Sono stati annunciati i corti vincitori del sesto dell’Abruzzo Horror Festival.
Edizione che quest’anno, causa Covid, non si è svolta -come di consueto- all’interno del Palazzetto dei Nobili del capoluogo abruzzese ma online. I corti in concorso sono ancora visibili sul canale YouTube del festival.
Due i premi quest’anno assegnati dalla giuria composta dal regista di The Nest, Roberto De Feo, il critico Piercesare Stagni, la firma di Nocturno Francesco Belliti e lo scrittore Paolo Di Orazio.
Al primo classificato va il premio in denaro di 250 euro.
Al secondo viene data la possibilità di essere distribuito dalla Premiere Films, casa di produzione e distribuzione di De Feo.
Ed il secondo premio è andato a “Bad Seed” di Guilherme Daniel.
Così si sono espressi sul corto i giurati durante la diretta web condotta in modo improbabile da chi vi scrive. Alla chat non ha potuto purtroppo partecipare il presidente di giuria De Feo.
Piercesare Stagni:
Una storia che pur nel ridotto spazio temporale avvince con le dinamiche di un lungometraggio. Una caratterizzazione dei personaggi e del mistero eccellente.
Francesco Belliti:
Un cortometraggio dalle atmosfere ipnotiche, capace di raccontare atttraverso le sole immagini. L’ispirazione lovecraftiana è preminente, soprattutto “Il Colore Venuto dallo Spazio”. Un lavoro che nel togliere, nel mettere poco, restituisce davvero tanto.
Paolo Di Orazio:
Non è la classica storia primo atto, secondo atto, terzo atto, ma è una sorta di nebulosa che mi ha fatto pensare alla dote visionaria di Tarsem ma anche a Caravaggio.
Il fatto che i personaggi parlino poco ti dà quell’aspetto diverso che non è la solita visione frenetica come se ne vedono tante. Anzi dimostra che l’horror non è solo l’abc della trama ma è anche arte pura.
Il corto primo classificato vincitore del premio in denaro è invece “Regarde Ce Que Tu As Fait!” di Monica De Almeida.
Francesco Belliti:
È un corto che potrebbe diventare benissimo un lungometraggio, come ci ha fatto notare Roberto De Feo*, ed anche un potenziale campione di incassi.
Anche qui la ricetta vincente è stata quella di togliere, di non spiegare troppo e di lasciar parlare le immagini.
Piercesare Stagni:
È un horror anomalo, direi quasi non dinamico, che svela dei falsi obiettivi per poi aprirsi nel finale con delle rivelazioni psicologiche-introspettive che soprendono perché deflagrano come una mina dopo averti portato fuori strada.
Paolo Di Orazio:
L’ho trovato glaciale come Il Sacrificio del Cervo Sacro ed è spiazzante e molto duro, che è quello che mi aspetto da un film horror moderno.
Per saperne di più sui dodici corti selezionati vi rimandiamo al nostro articolo.
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