Twin Peaks – Fuoco cammina con me fu accolto al Festival di Cannes con disapprovazione da parte del pubblico e ricevette recensioni unanimemente negative dalla critica e anche da molti affezionati della serie TV per le ambientazioni troppo tetre e la mancanza di humour.
Il film è un prequel della serie TV di culto I segreti di Twin Peaks del 1990, scritto da David Lynch e Mark Frost ed in parte tratto dal romanzo Il diario segreto di Laura Palmer di Jennifer Lynch, e racconta le indagini sull’omicidio di Teresa Banks e gli ultimi sette giorni di vita di Laura Palmer (Sheryl Lee), una popolare studentessa delle superiori della piccola città di Twin Peaks.
La maggior parte del cast della serie tv tornò sul set, con le eccezioni di Lara Flynn Boyle, che declinò il ruolo della miglior amica di Laura (andato poi a Moira Kelly), e Sherilyn Fenn, il cui personaggio (causa impegni dell’attrice dovuti alle riprese di Uomini e topi) venne del tutto cancellato. Anche Kyle MacLachlan fu riluttante a recitare nel film, così la sua parte nel ruolo dell’agente dell’FBI Dale Cooper fu più corta di quanto inizialmente previsto. Simpatici anche i 2 cameo dei cantanti David Bowie e Chris Isaak.
Negli ultimi anni il film ha visto un ritorno di popolarità tra i fan di Lynch, che lo hanno riconsiderato come uno dei suoi migliori film. Lynch girò moltissimo materiale, tanto da ottenere approssimativamente 4 ore di pellicola, poi ridotte a 2 per l’uscita nelle sale. Le scene eliminate furono pubblicate nel cofanetto Twin Peaks: The Entire Mistery and the Missing Pieces il 29 luglio 2014.
Il cofanetto blu ray a tiratura limitata contiene la serie e il film, rimasterizzati in alta definizione, oltre a diversi contenuti speciali. I primi 8 dischi sono la serie, mentre gli ultimi due sono dedicati a Fuoco cammina con me; nel nono disco è contenuto The Missing Pieces: Alternate and deleted scenes from Fire Walk With Me, supervisionato da David Lynch, in cui sono presentati 91 minuti ulteriori di girato proveniente dal film.
Concentrandosi su Laura Palmer, il film racconta storie molto delicate e violente, di droga, prostituzione e incesti: e lo fa in maniera molto esplicita, con scene di nudo e di stupri, orge, e mostrando frequentemente adolescenti che sniffano cocaina. Le atmosfere più ovattate della serie non compaiono nel film, in cui non c’è neanche l’umorismo che aveva fatto parte della sua fortuna.
Qui poi, si attesta senza ombra di dubbio che Leland Palmer, il padre di Laura, la violentò per anni e poi la uccise (perché posseduto dallo spirito malvagio Bob, ma Bob come in Mullholland Drive e Strade Perdute è solo un’altra faccia della stessa persona) disegnando un personaggio più inquietante e ambiguo, in cui la separazione tra il padre di famiglia amorevole e l’uomo posseduto dal demone è molto sottile. Al contempo Bob è quella parte di Laura che desidera la violenza incestuosa (“Bob sa come farmi godere”, ammette) è quella parte nera che sta in ognuno di noi.
Il film inizia con una scena molto curiosa che a molti è sembrata poco attinente ai contenuti del film… ossia quando l’ispettore Desmond (un affascinante Chris Isaak che ha egregiamente rimpiazzato Cooper) incontra il suo boss Cole (lo stesso Lynch) in un aeroporto militare privato; qui una bizzarra donna vestita di rosso rivela con un buffo codice che l’ispettore si troverà di fronte a varie difficoltà.
Una scena se vogliamo evitabile, e risolvibile con un breve dialogo. Ma Lynch quella scena la inserisce in realtà per aiutare anche gli spettatori ad entrare in un circo visivo dove molto di quello che c’è da capire sarà affidato a gesti, a simboli e al “non detto”. E che se non si entra in questa chiave di lettura non si capirà il film. La Roba Blu invece, è un codice militare americano e sta a indicare i casi irrisolti che sfociano in relazioni con sovrannaturale.
SPOILER ALERT –
A differenza di quanto si dice/legge in giro, il film è slegato dalla serie TV e può benissimo esser visto separatamente (sebbene spoilerizzi poi il finale) e non è affatto più enigmatico della serie TV: anzi, in modo molto lineare ne dipana le vicende. Gli spiriti hanno scoperto come esistere nel mondo fisico e come interagire con esso: vita animale (i gufi non sono quello che sembrano), l’elettricità (come conduttore di trasporto) e infine l’anello di formica verde con impresso il simbolo del gufo, creato con una piccola parte della superficie del tavolo pieghevole. L’anello sappiamo che può “isolare” dall’elettricità, evitando quindi a chi lo indossa di farsi possedere da Bob o altre entità, eppure allo stesso tempo indossarlo equivale ad una condanna a morte certa.
Il film si conclude con una scena nella Loggia Nera, dove il Nano e Mike dicono a Bob di volere la loro quota di garmonbozia, uno strano alimento simile al mais che viene originato dalla sofferenza delle persone, e del quale si nutrono gli abitanti della Loggia Nera.
Echi alla Greenaway fra l’altro in questa loggia simbolica dove albergano gli istinti primordiali, fra nani, giganti e uomini senza braccia che fanno da contrappunto o da complemento agli “umani”. Se volessimo identificare queste figure nello style a cui Lynch ci ha abituati in film come Strade Perdute e Mullholland Drive potremmo vedere tutti questi personaggi come sfaccettature del nostro animo, e quindi Mike (L’uomo senza braccio) come la nostra coscienza (o ciò che ne resta) mentre Bob i nostri impulsi più bassi (non un personaggio quindi, in quanto possiede tutti…); l’anello secondo alcune teorie è appunto la parte buona di te che resta cosciente… ad inizio film la vecchia cameriera dice agli agenti che Teresa Bank “aveva sempre un braccio immobile, addormentato” lo stesso mancante a Mike.
Quindi mettendo l’anello in qualche modo ti connetti con quella parte di te che cerca di salvarti e Bob non può prendere il sopravvento… ed infatti è l’uomo senza braccio che lancia l’anello a Laura nel treno. Ma così facendo, specchiandosi sotto invito di Leland/Bob, Laura accetta la realtà e ne prende distanze, costringendo così l’uomo a ucciderla non potendo continuare ad averla.
Magnificamente pervaso da una atmosfera Rockabilly, da musiche ipnotiche, recitazioni strepitose e tante, tante lacrime Fire Walk With Me (1992) è un monumento a Laura Palmer, che perde i suoi angeli custodi in vita, ma li riguadagna nell’aldilà, perdendo la vita in seguito all’innocenza, ma trovando nella morte la pace di una esistenza che in vita le era negata.
Salve! Io mi chiamo Antonietta Masina e… già, con un nome così, non potevo che amare il cinema.
Son quindi cresciuta fra scherzi, assonanze e rimandi…ad una delle attrici (e muse) più immense; non potevo non conoscere lei (Ovvio, parlo di Giulietta Masina!) ed i film che ha interpretato; grandi film di uno dei più grandi registi di tutti i tempi.
Alle medie, il mio nome venne rielaborato dai compagni di classe in “Antonomasia” e, mentre le altre bambine giocavano con i principi azzurri, io sognavo… sognavo quei cappelli, quei costumi, quei colori… che mi portavano su altri piani di realtà nonostante Fellini stesso affermasse “Non voglio dimostrare niente, voglio mostrare.”
Ai tempi del liceo poi, si parlava spesso con amici su quale fosse la “Birra per Antonomasia”, “la Canzone per Antonomasia” o “il Film per Antonomasia”… che quasi predestinata, scelsi poi di studiare comunicazione per poter lavorare in questo campo, e far sì che “Antonomasia” in persona potesse rispondere alle loro domande!
Chi scrive è una ragazza, anzi, una “persona” che ama il cinema; Il cinema quello fatto con passione, con serietà, ma non seriosità; il cinema condiviso e discusso con chi lo ama, con chi va al cinema (e andare al cinema è come andare in Chiesa per me, con la differenza che la Chiesa non consente il dibattito, il cinema sì).
Ho una forte predilezione per il cinema fantastico ed horror, il mio fine non è solo quello di condividere i miei pensieri o recensire un film specifico (NON sono un critico, né conosco tutto… anzi, ho molti limiti e carenze che spero di colmare), ma anche discutere sulle motivazioni ed i sottotesti di interi generi.
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