Ganzo L’arrivo di Wang. La riconferma che ai Manetti piace sperimentare, spostarsi da un genere ad un altro, da un codice/ambiente ad un altro, ma è nel cinema più che in tv che si divertono a giocare. L’arrivo di Wang è una conferma del loro talento a tutto tondo, del loro desiderio di controllare i loro lavori per il cinema il più possibile curando le sceneggiature, la produzione e quant’altro. Dei loro film (anche questo però è girato in digitale) questo è il più cattivo, quello che nasconde interpretazioni anche politiche e neanche troppo velate perché l’interrogatorio di Curti all’alieno Wang non può non far pensare a quello tipico degli americani in medio oriente. Ma si tratta comunque di un film principalmente di intrattenimento, girato quasi tutto in interni, e per forza di cose qui il pensiero corre al primo Alien di Ridley Scott. Con i loro depistaggi e la ricerca di una tensione che non esclude una certa dose di ironia i Manetti come modello principe hanno però in mente Alfred Hitchcock loro modello e fonte di ispirazione da sempre.
Considerando il budget risicato ma ben sfruttato soprattutto per la realizzazione degli effetti visivi curati dalla Palantir Digital, e le buone interpretazioni di Ennio Fantastichini nel ruolo dell’irascibile Curti e di Francesca Cuttica che interpreta Gaia la traduttrice di mandarino raccattata sul momento, a L‘arrivo di Wang si perdonano volentieri alcune scivolate neanche così gravi ed evidenti di sceneggiatura nella parte centrale, ci si passa sopra perché poi nel finale telefonato o meno che sia (personalmente lo avevo intuito) tutto prende una piega così pessimista e cupa che ci si deve solamente togliere il cappello per il coraggio dei due fratelli. Peccato che per vedere L’arrivo di Wang bisogna avere più culo che anima: da oggi infatti il film è distribuito in tutto il territorio nazionale solamente in 6 copie, una di queste, tanto per dire, il Politecnico Fandango di Roma, ha solamente 84 posti.Fortunatamente ieri c’è stata una anteprima web ed io, chiaramente, c’ero. Dopo il film, tra l’altro, abbiamo chattato con i registi Antonio e Marco due persone davvero disponibili, anche alle critiche.
Prossimo lavoro dei Bros, in fase di completamento, L’ombra dell’orco che Medusa dovrebbe distribuire a settembre.
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