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[RECENSIONE] What the Waters Left Behind: Scars (Nicolás Onetti)

Tornano gli assassini cannibali argentini di Epecuén di What the Waters Left Behind (qui la recensione) e questa volta se la prendono con un gruppo rock in tournée.

Come avviene per (quasi) ogni sequel di uno slasher anche questo Scars (diretto dal solo Nicolás Onetti) non aggiunge niente di nuovo rispetto al primo film e dopo averci presentato i personaggi si diverte ad ammazzarli nella seconda parte.

Un secondo capitolo coprodotto da Black Mandala, etichetta fondata in Nuova Zelanda nel 2017 dal regista argentino Nicolás Onetti e dal produttore Michael Kraetzer proprio in occasione del primo WWLB, e dall’italiana Minerva Pictures.

Il modello di riferimento, come per l’altro film, è sempre Non Aprite quella Porta di Tobe Hooper.

In What the Waters Left Behind: Scars troviamo dunque da una parte un gruppo musicale con qualche ruggine e stress di troppo e con le sue dinamiche interne che si formano e trasformano, dall’altra la famiglia psicotica con i suoi membri che restano o cambiano.

Tra i nuovi personaggi meritano particolarmente attenzione Magui Bravi nel ruolo della bellissima esca Carla con le sue espressioni psicotiche ed Eugenia Rigon in quelli della malcapitata Sophie. E torna l’attore Germán Baudino: più “chiacchierone” il suo personaggio rispetto al primo film. Divertente poi il nuovo ingresso del redivivo papà Tadeo (Mario Alarcón) che pretende rispetto puntando di continuo la sua pistola contro “ospiti” e famigliari.

Rispetto al primo film sparisce il rancore dei pazzi abitanti di Epecuén verso i turisti della tragedia (e lo Stato argentino colpevole di aver dimenticato il posto). Qui per scatenare la mattanza è sufficiente incontrare la persona sbagliata.

Da un punto di vista della drammaticità e della tensione così va più che bene, ma quel risvolto politico in qualche modo elevava l’altro film sopra la media.

Guarda What the Waters Left Behind: Scars di Nicolas Onetti in streaming.

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