L’accoppiata Andrea Cavaletto/Domiziano Cristopharo ci ha regalato molte soddisfazioni nel corso degli anni.
Dal lontano 2011 quando strinsero il sodalizio creando il fumetto/film porno horror Hyde’s Secret Nightmare con Roberta Gemma, continuando con i vari P.O.E. e sfiorando diversi generi e stili come il fiabesco Dark Waves, il fantascientifico Two Left Arms e passando al giallo Transparent Woman fino all’extreme del torture porn Doll Syndrome.
Sceneggiatore per film di successo come Hidden in the Woods o The Beautiful People, Cavaletto è anche uno degli sceneggiatori del fumetto Dylan Dog (nonché illustratore a sua volta) e creatore di Paranoid Boyd. I due han mostrato sempre un grande affiatamento che li ha spinti in una continua sfida e sperimentazione.
L’apice di questa ricerca sfocia nel progetto Blue Sunset.
I due lo concepiscono come un libro e film da realizzare durante il lungo lockdown italiano (precedentemente già affrontato egregiamente con la realizzazione di The House Guest) che affonda le radici nel cyberpunk asiatico di ispirazione anni ’80.
L’idea di Blue Sunset nasce a Cristopharo dopo aver visto le piccole case/stanze cinesi e giapponesi dove vivevano intere famiglie, segregate a causa del Covid:
bagni utilizzati come cucine, salotti dormitorio, spazi vitali ridotti a cucce dove l’unica fuga ed evasione era il virtuale ed i social.
Blue Sunset (tramonto “blu” come i cieli intossicati dagli scarichi industriali, ma anche “triste tramonto”) affonda visivamente nella cultura cyberpunk asiatica. Nei tagli di capelli e nei costumi, senza dimenticare di omaggiare anche altri iconici look da Blade Runner a Nirvana di Gabriele Salvatores.
Il coinquilino di Cristopharo (che ha debuttato egregiamente in House Guest) Daniele Arturi, torna in un ruolo estremamente complesso che lo triplica in diversi personaggi (che sono poi tutte sfaccettature di se stesso). Questo grazie ai make up eccezionali di Athanasius Pernath che ci regala magistrali spellamenti, decomposizioni accelerate, arti bionici, invecchiamenti e fusioni uomo/macchina alla Tetsuo di Tsukamoto (a cui il film è dedicato assieme a tanti altri padri/guru della cultura cyber).
Funziona bene Arturi, stavolta circondato (seppure virtualmente a causa del Covid) da un cast eccezionale: Irene Jones Baruffetti (Nightmare Symphony), Elisa Carrera Fumagalli (Deep Web XXX), Antonio Ciro Cerreta (al suo debutto), Alessio Cherubini (Herbert West Re-Animator, The Iced Hunter) e Chiara Pavoni (Xpiation).
Il film mescola reale e virtuale con una estetica da videogioco anni ’80 e questi gustosi inserti son stati realizzati da Alessandro Basso.
Un lavoro di gruppo fatto con tanto amore che si respira a ogni fotogramma, Blue Sunset è un piacere per gli occhi, mentre la semplice trama si dipana a livello quasi intuitivo/sensoriale senza dare spiegazioni (se non nel finale, che però è solo altamente simbolico e narrato in flashback and forward).
In un futuro prossimo, l’azienda NOVA ha intenzione di nascondere sofisticati sistemi di controllo mentale dietro i suoi videogiochi. Per attuare il suo piano, l’azienda si rivolge a Silver 02, il loro migliore programmatore. L’uomo però verrà intercettato dagli hacker ribelli che vogliono contrastare il progetto della società. Già compromessa dall’uso di farmaci allucinogeni, la sanità mentale di Silver 02 inizierà a vacillare oscillando tra il mondo virtuale e quello reale.
Menzione speciale alle poetiche musiche di Danilo Del Tufo e alla Label Nachtstrom Schallplatten.
Inscindibile il libro dal film, per i creatori, l’opera sarà distribuita in modo inusuale con il libro che diventa la custodia stessa del DVD, con una cover inedita realizzata da Claudio Montalbano (Lanciostory, Skorpio, La Iena) e 6 illustrazioni interne di Cristiano Sartor che saranno svelate man mano. Ve ne mostriamo una anteprima qui sotto.
Il libro sarà edito in sole 100 copie da collezione, numerato a mano, e conterrà anche una card firmata dagli autori (Cavaletto, Fulvio Gatti, Cristopharo e Arturi) e presentato in un evento live al Bomber Comics di Emanuele Mattia Zanco.
Salve! Io mi chiamo Antonietta Masina e… già, con un nome così, non potevo che amare il cinema.
Son quindi cresciuta fra scherzi, assonanze e rimandi…ad una delle attrici (e muse) più immense; non potevo non conoscere lei (Ovvio, parlo di Giulietta Masina!) ed i film che ha interpretato; grandi film di uno dei più grandi registi di tutti i tempi.
Alle medie, il mio nome venne rielaborato dai compagni di classe in “Antonomasia” e, mentre le altre bambine giocavano con i principi azzurri, io sognavo… sognavo quei cappelli, quei costumi, quei colori… che mi portavano su altri piani di realtà nonostante Fellini stesso affermasse “Non voglio dimostrare niente, voglio mostrare.”
Ai tempi del liceo poi, si parlava spesso con amici su quale fosse la “Birra per Antonomasia”, “la Canzone per Antonomasia” o “il Film per Antonomasia”… che quasi predestinata, scelsi poi di studiare comunicazione per poter lavorare in questo campo, e far sì che “Antonomasia” in persona potesse rispondere alle loro domande!
Chi scrive è una ragazza, anzi, una “persona” che ama il cinema; Il cinema quello fatto con passione, con serietà, ma non seriosità; il cinema condiviso e discusso con chi lo ama, con chi va al cinema (e andare al cinema è come andare in Chiesa per me, con la differenza che la Chiesa non consente il dibattito, il cinema sì).
Ho una forte predilezione per il cinema fantastico ed horror, il mio fine non è solo quello di condividere i miei pensieri o recensire un film specifico (NON sono un critico, né conosco tutto… anzi, ho molti limiti e carenze che spero di colmare), ma anche discutere sulle motivazioni ed i sottotesti di interi generi.
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