klub99.it

[RECENSIONE] Mickey 17 (Bong Joon Ho)

Che nel fantascientifico Mickey 17 di Bong Joon Ho tutto finirà nel migliore dei modi, con il bene che trionferà sul male, lo si capisce da subito, dalla ironica voce off narrante del protagonista Robert Pattinson.

Lui è un volontario “sacrificabile”, può cioè morire e rinascere grazie alla tecnologia medica. È lui che crepando e rinascendo (mantenendo ogni volta la sua vecchia memoria, il che gli fa invece modificare la sua personalità) apre la strada per la colonizzazione di un nuovo pianeta finanziata da un ex politico (Mark Ruffalo, sua moglie è interpretata da Toni Collette) stupido come un sasso, bugiardo e narcisista.

Sul pianeta freddissimo abitano dei vermoni inoffensivi che però il magnate, anche guarrafondaio, è deciso a sterminare.

L’eroe Mickey 17, diventato sacrificabile in quanto povero in canna, salverà l’umanità che merita di vivere, si scontrerà con la sua ombra, il suo doppio, che diventerà alleato nella lotta contro il male del capitalismo colonizzatore facendo trionfare gli ultimi, la giustizia proletaria.

Un eroe che si impegna alla causa. Esitante o coraggioso si sacrifica per essa ma fa comunque ritorno dal viaggio per far sì che tutto finisca il meglio possibile.

Lotta di classe che è uno dei temi ricorrenti nel cinema di Bong Joon Ho. Ma se nel premiatissimo Parasite diventa una guerra tra poveri qui in Mickey 17 c’è la soluzione finale che non prevede battaglie.

In questo tritume di cose già viste e riviste, che nella realtà dei paesi capitalisti che hanno finanziato il film non accadranno mai, Mickey 17 di Bong Joon Ho dà forse il peggio di sé quando tenta, senza averne il coraggio, di farsi pruriginoso: nell’accenno al triangolo sentimentale che si instaura tra i due Mickey e Nasha (Naomi Ackie), che poi allude anche ad un quadrato quando interviene il personaggio di Kai Katz (Anamaria Vartolomei protagonista de La scelta di Anne – L’événement).

Mickey 17 è un film di puro e semplice intrattenimento per tutta la famiglia che racconta una umanità ancora una volta alla deriva ma meritevole di essere salvata. Non ci sono svolte, false strade che mettono mai in dubbio lo spirito positivo e leggero del film. La cupezza e il cinismo sono banditi, la satira vira su un grottesco che non sempre morde. Ed è un peccato perché gli argomenti avrebbero meritato uno approccio diverso, sfaccettato.

Toccherebbe leggere il romanzo di Edward Ashton (pubblicato da Fanucci) da cui tutto parte.


Pubblicato

in

da

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *