Pensare che sia sufficiente moltiplicare dei numeri per riprendere con originalità e rispetto un capolavoro spartiacque del cinema totale, e non solo di genere. E avere ragione, visti gli incassi che L’Esorcista – Il Credente di David Gordon Green sta facendo in tutto il mondo.
Quello che doveva essere il punto di partenza diventa invece il punto di arrivo, la massima espressione della creatività degli sceneggiatori Peter Sattler e Green. Due bambine possedute al posto della sola Regan del film di William Friedkin del 1973. Una bianca (Olivia O’Neill) e una nera (Lidya Jewett): la prima dalla famiglia religiosissima (di fede battista), e l’altra orfana di madre cresciuta dal papà (Leslie Odom Jr.) senza dogmi religiosi perché rinnegati.
La moltiplicazione si ripete anche nella seconda parte quando all’esorcismo (anche qui “casalingo”) partecipano un pastore battista, un predicatore pentecostale, un prete cattolico esorcista, una dottoressa delle erbe (un po’ stregona) e un’infermiera anch’essa cattolica.
Nonostante la calca, il doppio rituale che occupa tutta la parte finale -tra colpi di scena telefonati e soliti dialoghi (menzogneri e rivelatori) tra il demone (che parla tramite le due ragazzine) e i presenti- annoia e non poco. Si salva solamente un momento violento e beffardo che in più omaggia il film di Friedkin senza scimmiottarlo.
Uno dei motivi del fallimento del film L’Esorcista – Il Credente sta anche nella interpretazione delle due giovani attrici protagoniste Olivia O’Neill e Lidya Jewett: mai coraggiosa nel calcare la mano, mai davvero coinvolgente, spaventosa, drammatica, o capace di arrivare dalle parti del sublime. In più nella parte rituale finale c’è troppa CGI, soprattutto quando qualcosa esce dai loro corpi.
Non è essenziale poi il ritorno di Ellen Burstyn che riprende il personaggio di Chris MacNeil del film di Friedkin visto che la sua presenza non porta avanti la storia di un solo passo. Anzi è la storia ad accanirsi su di lei.
Ma è facile immaginare che se mai dovesse tornare nei successivi capitoli (già in lavorazione) assumerà facilmente un ruolo e un’aurea da santona, quasi da supereroina cinecomix.
L’Esorcista – Il Credente fa poi lo sbaglio madornale di spiegare didascalicamente ogni avvenimento che accade sullo schermo compresi i motivi che di fatto rendono possibile la possessione demoniaca delle due fanciulle, cosa che non accadeva così esplicitamente nel film di William Friedkin.
Peccato perché i due cani che aprono il film azzuffandosi, omaggiando il film di Friedkin in maniera non così scontata, mi aveva gasato parecchio.
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