Attenzione: contiene spoiler sulla trama di La Casa – Il risveglio del male.
Quando si aggiunge un nuovo tassello ad una saga cinematografica (specialmente se di culto) si entra sempre in un terreno minato. Bisogna oscillare tra innovazione e tradizione, tra il non tradire e il sorprendere il pubblico seguace. Vale per ogni genere, ma quando si entra nei terreni della fantascienza e dell’horror il campo minato moltiplica in qualche maniera gli esplosivi per una questione di codici cinematografici, ma anche di pubblico.
La Casa – Il Risveglio del Male è il quinto capitolo cinematografico della serie horror inaugurata da Sam Raimi più di quarant’anni fa con il seminale The Evil Dead, da noi distribuito con il titolo La Casa.
Lee Cronin, dell’apprezzato The Hole – L’Abisso, vi prende parte (da regista e sceneggiatore) tra conservazione e rinnovamento, a cominciare dall’abituale ambiente bucolico della saga, presente qui solamente nel prologo e nell’epilogo, sostituito da un appartamento urbano.
Qui sono protagoniste due sorelle* belle inguaiate: Beth (Lily Sullivan) con la sua vita incasinata nel mondo della musica, l’altra (Alyssa Sutherland) con tre figli a carico dopo che il marito se l’è squagliata. La prima va a trovare la seconda a casa sua per aggiornarla sul suo ultimo grade guaio. Una scossa di terremoto apre una voragine nel fatiscente palazzo dove vivono. Nel caveau che Danny (Morgan Davies), il figlio maggiore di Ellie, scopre lì trova il famigerato Libro dei Morti. Il ragazzino ovviamente lo porta in casa insieme ad alcuni dischi contenenti le pronunce delle formule di magia nera capaci di scatenare il finimondo contenute nel libro.
Il resto lo si può facilmente immaginare e segue lo spirito della saga fatto di litri di sangue e smembramenti.
La Casa – Il risveglio del male: cosa non va.
Qualcosa però in questo nuovo capitolo non funziona. A cominciare da certi freni presenti quando invece bisognava avere il coraggio di premere sull’acceleratore. Come nel caso dei cavi dell’ascensore che bloccano Ellie senza però violentarla come accadeva con i rami nel film di Raimi e nel riazzeramento di Alvarez.
Ed è la prima volta che si fa un ragionamento del genere in questa saga, che si applica quella che parrebbe proprio una sorta di autocensura. Piuttosto andavano eliminati i personaggi dei vicini di casa, inutili nello sviluppo della storia e inadeguati anche come dispensatori di grottesco e di malaugurio, caratteristica sempre presente nella trilogia di Raimi. Il bizzarro in generale qui non funziona, e la frase di Ellie “Mammina è con i vermi ora” inserita anche nei trailer ne è un ottimo esempio. Il paradossale funziona di più nella parte finale quando La Casa – Il Risveglio del Male imbocca una strada body horror surreale e dà libero sfogo a sangue e violenza come se non ci fosse un domani.
Andava poi ampliata la tematica della maternità. Ellie con i suoi tre figli, ma soprattutto Beth ché uno lo ha in pancia e gli altri se li ritrova sul groppone mettendole dubbi (e certezze) sulle sue doti materne. Gestazione che fa da eco alla possessione diabolica che il Libro dei Morti scatena. Sono tematiche che restano accennate da qualche frase di Ellie indemoniata che paragona i figli a dei parassiti da eliminare.
In buona sostanza, La Casa – Il Risveglio del Male intrattiene? Fa paura?
Alla prima rispondiamo parzialmente di sì. Perché è innegabile la scorrevolezza generale, la bravura registica di Lee Cronin e divertono anche le numerose citazioni non solo alla saga ma anche ad altri horror.
Alla seconda tocca invece dare una risposta negativa perché orrore e spaventi sono tutti molto (troppo!) prevedibili. D’accordo raccontare un classico sterminio per cui tutti i protagonisti pian piano (ovviamente) moriranno, ma manca qui l’inventiva nelle uccisioni, il colpo di scena che elimina quello che sembrava il prescelto e fa salvare il meno credibile. Non c’è orrore e nemmeno una ironia capace di stemperarlo o accentuarlo. E se un horror non spaventa o lo fa poco c’è qualcosa che non va.
Il film ha però l’intelligenza di lasciare aperte le due storie: quella principale di Beth e Kassie (Nell Fisher) e l’altra dei ragazzi in vacanza nella casa di legno sul lago, dall’aspetto radicalmente diverso rispetto a quello solito della saga, più simile con la sua punta in alto a quello di A Classic Horror Story di Strippoli e De Feo.
Con un po’ più coraggio e inventiva La Casa – Il Risveglio del Male poteva fare centro. Si ferma invece alla superfice e si lascia addomesticare (dal mercato), dimenticando quello spirito folle e senza regole che ha spiazzato il pubblico della trilogia di Sam Raimi (qui produttore) creando così una delle serie cinematografiche horror piò amate di sempre.
Aspetteremo comunque fiduciosi i nuovi film sperando anche che la crudeltà diventi continuativa (con più momenti come quelli del vetro mangiato da Gabrielle Echols) e meno patinata.
La Casa – Il Risveglio del Male è distribuito nelle sale da Warner Bros. Pictures.
*: nel remake di Fede Alvarez del 2013 (La Casa) il gruppo di amici era composto anche da un fratello e una sorella, quest’ultima lì per disintossicarsi.
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