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[RECENSIONE] Devil Times Two (Paolo Del Fiol)

Paolo Del Fiol ha qualche anno meno di me ma appartiene comunque alla stessa generazione, cresciuta a guardare e registrare in VHS film horror trasmessi di notte in tv.

Devil Times Two – Quando le tenebre escono dal bosco parte da qui, dall’invenzione di un vecchio b-movie del terrore perduto (e poi ritrovato) le cui uniche due messe in onda sono avvenute su un canale privato veneto nei primi anni ’80.

Ruota intorno ad un convento di campagna in rovina, circondato dai boschi, dove avvengono dei brutali omicidi. Sono collegati ad una leggendaria porta dell’inferno e ad un esorcismo avvenuto lì anni prima. Due preti e una suora tenteranno di fermare le forze del male, incarnate in due ragazze ritornanti, belle, provocanti, seduttrici, ingannatrici, letali.

Devil Times Two - Paolo Salvadeo - Amira Lucrezia Lamour - Enrico Luly
Paolo Salvadeo, Amira Lucrezia Lamour, Enrico Luly nel film Devil Times Two di Paolo Del Fiol.

Il trio di religiosi è interpretato da Enrico Luly (indimenticabile kebabaro pazzo nel corto di Davide Scovazzo dal titolo Rigorosamente Dissanguati Vivi, contenuto nel collettivo Sangue Misto), Paolo Salvadeo (attore ricorrente nei lavori di Del Fiol) e dalla ballerina e performer Amira Lucrezia Lamour. Le due ritornanti sono invece impersonate da Reiko Nagoshi, moglie ed effettista del regista già apparsa in altri suoi corti (come Mochi, altro frammento di Sangue Misto) e dall’esordiente Erika Saccà.

Cinque attori tutti convincenti nel loro ruolo, in special modo le tre donne con i loro sguardi folli.

Devil Times Two - Erica Saccà - Reiko Nagoshi
Erika Saccà e Reiko Nagoshi nel film Devil Times Two.

Devil Times Two – Quando le tenebre escono dal bosco ci immerge in un’atmosfera onirica che scivola sempre più in un incubo.

Un brutto sogno diabolico, efferato, fatto di squartamenti, mostruose apparizioni, sparizioni che vanno contro ogni regola della logica, sodomie e uno snuff movie che vede come vittima lo stesso regista Paolo Del Fiol, qui al suo primo lungometraggio, per mano delle due tremende ragazze.

A determinare la buona uscita del film contribuiscono le musiche di William Novati. Il brano principale non te lo togli più dalla testa e funziona al meglio come contrappunto nei momenti horror, come Cannibal Holocaust ha insegnato.

A riportarci nel clima cinematografico di quel periodo (a cavallo tra gli anni ’70 e ’80) contribuiscono i vari rimandi a titoli come L’aldilà, per il portale infernale, La Casa, per il bosco malefico, Antropophagus, per alcuni suggerimenti musicali iniziali. Senza contare i vari film legati al filone demoniaco che da L’Esorcista in poi si sono diffusi un po’ a macchia d’olio in Italia.

Sono richiami però più che altro concettuali, tematici, di ambientazione, solo qua e là più chiaramente citazionisti come nei momenti in cui le due entità femminili spariscono dietro gli alberi, un po’ come faceva la resuscitata Linda nel secondo Evil Dead (che a sua volta richiamava Freddy Krueger apparire con un balzo dietro il lampione nel film di Wes Craven).

A trasportarci indietro nel tempo è anche la postproduzione, ricreando i colori impastati delle VHS, le immagini distorte (e fuori sync) dovute al deterioramento del nastro magnetico.

Devil Times Two guarda al cinema horror del passato con amore, rispetto e un pizzico di nostalgia, ma cerca comunque una sua strada.

Il difetto principale è l’eccessiva durata della versione estesa da noi visionata che si dilunga su momenti tutto sommato accorciabili come le camminate nel bosco del trio religioso. Quella da un’ora e mezza circa realizzata da Roger Fratter (se ricordo bene ciò che il regista ha detto in una diretta su Ore d’orrore), che non abbiamo visto, sicuramente giova al film avvicinandosi, tra le altre cose, alla durata canonica dei film dell’epoca.


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