The Northman è la storia di una vendetta promessa, sopita, che si riaccende improvvisa nonostante il bivio dell’amore, la possibilità di scegliere tra la vita e la morte.
È bello potente The Northman, terzo lungometraggio di Robert Eggers. È epico, brutale, visionario, oscuro, tragico.
I maschi si ammazzano di continuo nei modi più feroci, senza il minimo rimorso, senza parlare, solo grugnendo. Ma nonostante tutto chi decide e fa la storia, nel bene e nel male, sono più le scelte delle donne.
La regina Gudrun (Nicole Kidman) da una parte, la schiava Olga (Anya Taylor-Joy) dall’altra. La morte da un lato, la vita dall’altro. E c’è anche la veggente, interpretata da Björk, che sta nel mezzo.
E poi c’è il protagonista Amleth (Alexander Skarsgard), che giura vendetta ma se ne dimentica e affoga i suoi tristi e sbiaditi ricordi d’infanzia facendo agli altri quello che lui ha subito. Regolamento di conti che ritorna prepotente, senza considerare la possibilità di lasciarsi tutto alle spalle (una vita violenta) che si è presentata. Perché sensi di colpa, onore, sete di sangue e testosterone vincono. Ma più di tutti vince il concetto di destino in Amleth, la sua educazione da maschio alfa: libero arbitrio per lui vuol dire accettare il fato. Sanguigno, irrazionale, l’orfano erede al trono ascolta la parte malata e avvelenata del suo cuore.
E se la sciagura è sempre dietro l’angolo in The Northman, quel che colpisce nel film di Robert Eggers è la confezione: un cinema di intrattenimento che non rinuncia, pur nelle mille restrizioni che una grossa (ma non grossissima) produzione impone, ad una visione autoriale e non omologata. Un mezzo miracolo.
The Northman è distribuito nelle sale italiane da Universal Pictures.
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