Il Sacro Male è il cassico prodotto commerciale che promette bene, o almeno qualcosa, ma non mantiene quasi nulla.
Protagonista Alice (Cricket Brown): una ragazzina sordo muta che inizia improvvisamente a parlare in nome della Vergine Maria. Indaga un giornalista (Jeffrey Dean Morgan) poco attendibile per aver creato in passato notizia false. La giovane attirerà l’attenzione dei media compiendo una serie di miracoli: fa camminare un bambino costretto sulla sedie a rotelle, guarisce lo zio sacerdote da una malattia polmonare.
Pian pianino esce fuori il raggiro diabolico e con esso arriva anche il campionario dei cliché horror. A cominciare dall’aspetto della creatura ingannatrice incappucciata, vestita di scuro, che si dissolve in cenere utilizzando la peggiore, palesemente falsa Computer Grafica.
Il Sacro Male ti cattura con l’inganno della bella sequenza di apertura della soggettiva della “strega” che brucia. Prosegue bene per tutto il primo atto, per poi iniziare a scivolare nelle banalità telefonate che non spaventano affatto, fino al finale rassicurante.
Forse c’entra qualcosa il fatto che lo sceneggiatore e regista (qui al suo debutto) Evan Spiliotopoulos ha nel suo curriculum le scritture di film per bambini come Il Libro della Giungla 2, Il Re Leone 3, Winnie The Pooh e gli elefanti. Sceneggiatura qui basata sul romanzo dello scrittore horror James Herbert dal titolo Shrine.
Il Sacro Male (The Unholy) è un horror ingannevole (nel senso che parte bene ma poi si smoscia) che racconta di una serie di miracoli religiosi in realtà opera del diavolo. Due truffe in una praticamente. Peccato che il film (produzione dei gran paraculi Raimi, Tapert) non insista di più sulla (becera) spettacolarizzazione dei miracoli religiosi come Lourdes, Fatima e simili, portatori di soldi più che di spiritualità.
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