Di getto mi verrebbe da paragonare They Talk di Giorgio Bruno a Old. Così, de botto, senza senso. Mi appiglio al fatto che se da una parte Old parte bene e finisce a cazzo, They Talk comincia in maniera classica per finire alla grande in una situazione sempre più assurda, anzi fulciana.
E non tanto per l’occhio che lacrima sangue o il corpo che prende fuoco. Lucio Fulci lo si ritrova in They Talk per una certa folle anarchia narrativa che sposta improvvisamente la logica e le certezze altrove. In maniera diversa rispetto ad un qualsiasi film del terrore. Una paura da ottenere attraverso l’incontrollabile disagio nei confronti dell’ignoto, quello che provoca istintivamente i brividi lungo la schiena. Qualcosa del genere.
In They Talk la presenza di Lucio Fulci si sente fino al finale poetico, triste e spaventoso allo stesso tempo.
Una conclusione che non si dimentica e acchiappa anche perché spiega ma lascia punti interrogativi, stimolando la fantasia dello spettatore.
Si racconta di una troupe televisiva e del fonico/operatore che registra involontariamente delle voci. Voci che gli parlano, forse per metterlo in guardia, forse per minacciarlo. Lui si caga addosso ma indaga ugualmente anche perché da quelle parti (in un orfanotrofio adesso abbandonato) ci è cresciuto. Il che aumenta ancora di più la sua assurda fascinazione verso quella situazione.
Come se non bastasse già il concetto di sublime che fa provare attrazione nei confronti di ciò che spaventa.
Il film mette a segno almeno un paio di trovate piuttosto originali ed è ben interpretato dai protagonisti Jonathan Tufvesson e Rocio Munoz Morales. Sono le dinamiche tra i loro personaggi, con un passato trascorso insieme e sepolto, rimosso, il vero fulcro del film di Giorgio Bruno (Almost Dead).
They Talk lo consigliamo per chi cerca un horror insolito nella trama (la sceneggiatura è di Vinicio Canton e Stefano Ceccarelli) e ben confezionato esteticamente (direttore della fotografia è Rocco Marra di Calibro 9).
Difficile possa piacere agli spettatori abituali sostenitori dei film del terrore preconfezionati dalla trama banale e lineare che appiccicano uno dietro all’altro i soliti telefonati jumpscare. Sull’imdb infatti i voti del pubblico sono spaccati per ora tra il voto massimo (10) e quello minimo (1).
Chi cerca lo spavento, la tensione, l’ansia in modi sottocutanei dovrebbe restare soddisfatto da They Talk.
Il film ha i suoi difetti, qua e là si perde ma nel complesso resta compatto e procede sicuro fino alla fine, anzi, ripeto, più va avanti e più aumenta il suo fascino.
Il film è distribuito nelle sale da Vision Distribution.
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