Dopo The House Guest il regista romano Domiziano Cristopharo si affeziona alla “clausura” e al distanziamento sociale come forma di sperimentazione (e in un mondo dove quasi tutti han la tendenza a piangersi addosso, questo è davvero lodevole) e, sempre affiancato dal suo oramai collaudato coinquilino Daniele Arturi, inizia a girare Blue Sunset.
Il regista lo ha definito una rilettura pop e anni ’80 del cyberpunk asiatico, quello quindi lontano dai barocchismi visivo/letterari di Blade Runner o Naked Lunch per andare verso il minimalismo di un futuro prossimo e molto inquietante.
Scritto sempre a 4 mani col fedele Andrea Cavaletto, nel cast son presenti anche Chiara Pavoni (Demonium) e Ciro Antonio Cerreta al suo debutto, ma anche le “incursioni” virtuali di Irene Jones Baruffetti (Nightmare Symphony), Alessio Cherubini (Iced Hunter), Elisa Carrera Fumagalli (Re-Animator).
Le musiche saranno affidate a diversi gruppi electro/sperimentali del nord europa, mentre gli FX del sempre bravo Athanasius Pernath (che oramai sappiamo essere Cristopharo stesso) che ci garantisce una bella dose di gore. Per gli effetti di CGI e le animazioni, Cristopharo si avvale nuovamente di Alessandro Basso con cui aveva già co-diretto nel 2014 il videoclip del gruppo Stage of Reality Next Generation.
Non so se dovremo aspettarci dei tramonti Blu, sicuramente il titolo gioca anche col significato americano di “Blue” (triste) perché si sa che gli artisti (e oramai anche noi), il futuro non lo vediamo piú tanto rosa.
Andrea Cavaletto in merito a questa nuova esperienza di Blue Sunset ci dice:
“Non amo molto la fantascienza. Non è tra i miei generi preferiti, e per questo motivo non avrei mai pensato di scrivere qualcosa a riguardo. Ma, nella vita, mai dire mai. E, soprattutto, se la proposta arriva da quel vecchio (si fa per dire, eheheh) filibustiere del cinema indi extreme italiano che corrisponde al nome di Domiziano Cristopharo, è difficile per me dire di no. Quando mi ha spiegato il suo progetto per il film Blue Sunset, mi ha subito conquistato. Anche perché se c’è una cosa che mi interessa del genere fantascientifico è proprio la sua deriva più pessimista, psichedelica, ribelle, antisociale che è caratteristica del sottogenere propriamente detto cyberpunk.
E così, seguendo le indicazioni del mio amico regista e il trattamento da lui fornito, mi sono divertito e appassionato a sviluppare una sceneggiatura con rimandi a William S. Burroughs, William Gibson, Warren Ellis, Grant Morrison, Shynia Tsukamoto e molti, molti altri, usando le suggestioni dei loro romanzi, film e fumetti per creare come sempre (almeno, lo spero) qualcosa di mio, che rispecchi il mio personale modo di vedere le cose, con lo stile diretto, sporco e cattivo che mi contraddistingue. Il mio sesto senso mi dice che verrà un gran bel film!”
Attendiamo per saperne di piú e nel mentre, godiamo assieme di queste foto esclusive per klub99.it.
Ammetto che questa svolta stilistica mi attira molto… il cyber è un genere che amo, e che ha avuto il suo massimo picco negli anni ’90: corrente letteraria sci-fi e artistica nata nella prima metà degli anni ottanta, di cui è divenuto un sottogenere del filone pessimistico.
Il nome si fa derivare da cibernetica e punk e fu originariamente coniato da Bruce Bethke come titolo per il suo racconto Cyberpunk, pubblicato nel 1983. Il cyberpunk tratta di scienze avanzate, accoppiate con un certo grado di ribellione o cambiamento radicale nell’ordine sociale.
Oltre ai citati Blade Runner e Pasto Nudo, non si puó non citare la trilogia di Tetsuo di Tsukamoto o Rubber’s Lover di Fukui.
Questo rispolvero dai colori “baviani” é sicuramente un qualcosa da tenere sotto radar… se non altro per la voglia che ha l’autore di non ripetersi mai e continuare a sperimentare anche dopo oltre 20 film!
Salve! Io mi chiamo Antonietta Masina e… già, con un nome così, non potevo che amare il cinema.
Son quindi cresciuta fra scherzi, assonanze e rimandi…ad una delle attrici (e muse) più immense; non potevo non conoscere lei (Ovvio, parlo di Giulietta Masina!) ed i film che ha interpretato; grandi film di uno dei più grandi registi di tutti i tempi.
Alle medie, il mio nome venne rielaborato dai compagni di classe in “Antonomasia” e, mentre le altre bambine giocavano con i principi azzurri, io sognavo… sognavo quei cappelli, quei costumi, quei colori… che mi portavano su altri piani di realtà nonostante Fellini stesso affermasse “Non voglio dimostrare niente, voglio mostrare.”
Ai tempi del liceo poi, si parlava spesso con amici su quale fosse la “Birra per Antonomasia”, “la Canzone per Antonomasia” o “il Film per Antonomasia”… che quasi predestinata, scelsi poi di studiare comunicazione per poter lavorare in questo campo, e far sì che “Antonomasia” in persona potesse rispondere alle loro domande!
Chi scrive è una ragazza, anzi, una “persona” che ama il cinema; Il cinema quello fatto con passione, con serietà, ma non seriosità; il cinema condiviso e discusso con chi lo ama, con chi va al cinema (e andare al cinema è come andare in Chiesa per me, con la differenza che la Chiesa non consente il dibattito, il cinema sì).
Ho una forte predilezione per il cinema fantastico ed horror, il mio fine non è solo quello di condividere i miei pensieri o recensire un film specifico (NON sono un critico, né conosco tutto… anzi, ho molti limiti e carenze che spero di colmare), ma anche discutere sulle motivazioni ed i sottotesti di interi generi.
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