Nei social network esce fuori il meglio e il peggio di ognuno di noi, la nostra essenza. Se c’è un disagio mentale questo verrà fuori senza troppi complimenti, se c’è una superficialità nell’affrontare le cose della vita idem.
C’è gente che sui suoi profili mette (forse per solitudine, forse per frivolezza) tutte le informazioni possibili e inimmaginabili sul proprio conto: indirizzo di casa, numero di telefono, mail. E postano lì ogni loro attività, compresa la partenza per le vacanze. Al rientro si lamenteranno indignati che gli hanno svaligiato casa, senza riuscire a fare 1+1.
Dark Social cortometraggio del 2017 dell’austriaca Catharina Isenburg racconta e affronta questo argomento in soli otto minuti, amplificandolo in un thriller teso che nel finale sfiora i territori della fantascienza. Perché la scienza e la tecnologia che si rivoltano contro l’uomo o che l’uomo usa per scopi non nobili è un argomento cardine di una certa fantascienza paranoica, profetica, distopica.
C’è un maniaco che trova le sue vittime nella metropolitana: ascolta una conversazione tra due amiche, cerca sui social i loro nomi, le individua dalle foto e il gioco è fatto. Assassino a cui la polizia non riesce ancora a dare un volto.
Dark Social andrebbe mostrato ad ogni persona che decide di iscriversi ai social network, o reti sociali come preferisce il buon Corrado Augias.
Il corto di Catharina Isenburg è andato in concorso all’ultimo Abruzzo Horror Film Festival.
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