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[OLTRE LO SPECCHIO] Spell (Brendan Walter), la recensione

Benny (Barak Hardley, autore anche della sceneggiatura) è un disegnatore statunitense che se ne va in Nord Europa per dimenticare la tragica morte della sua fidanzata Jess (Jackie Tohn). L’incontro con una ragazza (Birna Rún Eiríksdóttir) innescherà una serie di strani eventi che lo porteranno sempre più ad una presa di coscienza sulla sua vita.

Protagonista di Spell di Brendan Walter è un ossessivo compulsivo nel viaggio più importante della sua vita. Un viaggio che avviene prima di tutto dentro di lui, alla ricerca di un sepolto, delle verità che tiene nascoste in primo luogo a se stesso.

Il film appartiene al filone del “niente è come sembra”, quello in cui il personaggio principale si ritrova in una realtà che cambia progressivamente mettendogli sempre più dubbi, anche se alla fine la nebbia di diraderà.

Un po’ commedia (le parti con le sue ossessioni assurde come quella di leccare oggetti), dramma e thriller misterioso, lo statunitense Spell, primo lungometraggio di Brendan Walter dopo una serie di corti come Pumpkin, è un prodotto senza infamia e senza lode che si lascia guardare con piacere.

Il film è in concorso per il festival Oltre lo Specchio.

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