ATTENZIONE: il post può contenere informazioni sulle trame e sui finali dei film trattati che sono: Psycho, Non Aprite Quella Porta, Deranged – Il Folle, Maniac, Manhunter, Il Silenzio degli Innocenti, La Casa di Jack.
La Casa di Jack di Lars von Trier è l’ennesimo film che si ispira alla figura di Ed Gein, il serial killer che sul finire degli anni ’50 sconvolse gli Stati Uniti d’America con le sue efferatezze.
Ed Gein viene arrestato nel 1957. Nel suo capanno e nella sua abitazione trovano un po’ ovunque resti umani utilizzati come oggetti per la casa: colonne vertebrali trasformate in lampade, calotte craniche usate come ciotole e femori adibiti a gambe da tavolo.
Due anni dopo Robert Bloch pubblica il romanzo Psycho che l’anno successivo viene adattato da Alfred Hitchcock. Il protagonista Norman Bates ricorda quello di Gein soprattutto per quanto riguarda il rapporto morboso con la iperprotettiva e bigotta madre.
Quattordici anni dopo arriva Non Aprite Quella Porta di Tobe Hooper che invece evidenzia altre perversioni di Gein come quella di crearsi maschere di pelle umana. Nascono così Leatherface e la sua folle famiglia cannibale. Hooper si concede parecchie libertà rispetto alla biografia dell’assassino, calca ancor di più la mano ed inventa la motosega come arma prediletta per uccidere rispetto al suo fucile.
Nello stesso anno, ma molti mesi prima, esce negli Stati Uniti d’America Deranged – Il Folle co-diretto da Jeff Gillen e Alan Ormsby e con Robert Blossom nella parte del protagonista Ezra Cobb. Il film è abbastanza fedele alla vera storia di Ed Gein, con le sue maschere di pelle umana, il morboso attaccamento alla defunta madre, la passione per la tassidermia e quegli accenni al travestitismo.
Nel 1980 è la volta di Maniac, interpretato e co-sceneggiato da Joe Spinell per la regia di William Lustig. Racconta di Frank Zito un uomo che ammazza donne a New York per addobbare dei manichini che ha in casa con i loro scalpi. Un film che colpisce non tanto per gli ottimi effetti speciali di makeup del mago Tom Savini, quanto piuttosto per il ritratto dello schizofrenico assassino ricco di una vasta gamma di sfaccettature che vanno dall’orribile al commiserevole.
Nel 1986 arriva Manhunter – Frammenti di un omicidio di Michael Mann, primo film in cui appare Hannibal Lecter: il folle psichiatra antropofago creato dello scrittore Thomas Harris qui interpretato da Brian Cox.
Cinque anni dopo esce -diretto da Jonathan Demme– Il Silenzio degli Innocenti. In questo caso lo psicopatico collaboratore di giustizia, soprannominato The Cannibal, è interpretato da Anthony Hopkins il quale riprenderà il personaggio anche in Hannibal (2001) di Ridley Scott e Red Dragon (2002) di Brett Ratner.
Immancabile il film che racconta la gioventù del maniaco dal titolo Hannibal Lecter – Le Origini Del Male diretto da Peter Webber nel 2007.
Nel film di Lars von Trier dal titolo italiano La Casa di Jack, il protagonista (interpretato da Matt Dillon) ricorda Gein per la sua fissazione di conservare i cadaveri delle vittime modellando i loro corpi a suo piacimento. Dal sorriso forzato del bambino che non voleva sorridere, alla costruzione finale della casa utilizzando tutti loro corpi assemblati.
Altri film prendono spunto dall’assassino seriale statunitense: Three on a Meathook, scritto e diretto da William Girdler, racconta di quattro ragazze con l’auto in panne aiutate dalla famiglia sbagliata. Motel Hell del 1980 diretto da Kevin Connor narra invece di una famiglia di agricoltori che rapiscono poveri turisti e viaggiatori per creare la loro carne speciale.
Due sono invece i film che hanno il nome di Gein nel titolo e sono Ed Gein – Il Macellaio di Plainfield diretto da Chuck Parello nel 2000 e Ed Gein: The Butcher of Plainfield di Michael Feifer.
Tra i lavori più recenti che si ispirano a Gein segnaliamo il cortometraggio statunitense Chateau Sauvignon: terroir (scritto e diretto da David Marie) su un padre e un figlio vignaioli assassini. Il cortometraggio è stato selezionato per la quinta edizione dell’Abruzzo Horror film Festival.
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