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[VIDEO GAME] 18 anni fa usciva Silent Hill

Sono passati ormai diciott’anni da quando Konami (nota casa produttrice di videogiochi) fece uscire negli scaffali, il 4 marzo 1999 in Giappone, uno dei videogiochi più rappresentativi per quanto riguarda il panorama dell’intrattenimento videoludico. Silent Hill non è infatti solo un videogioco, come qualcuno può pensare, ma molto di più. Si tratta di un’esperienza che ha segnato molti giocatori che con in mano il proprio pad entrarono nella nebbia fitta delle colline silenziose esplorando così gli orrori e gli incubi appartenenti ad ognuno di noi.

Nel gioco vestiremo i panni di Harry Mason, un padre di famiglia che perde la propria figlia adottata Cheryl la quale gli chiede proprio di visitare Silent Hill.

Durante il corso della storia troveremo alcuni personaggi che renderanno ancora più interessante l’evolversi degli eventi come la poliziotta Cybil Bennett, il dottor Michael Kaufmann o l’infermiera Lisa Garland.

Ma la vera protagonista del gioco è, come detto in precedenza, la nebbia, una nebbia fitta che oltre a nascondere alcuni difetti grafici del gioco, rendono il tutto molto più misterioso e inquietante. Tra le molteplici chicche che il gioco ha da offrire si può ricordare la radio che Harry prenderà all’inizio della storia, radio che gracchierà all’arrivo dei nemici.

Harry infatti si troverà ad affrontare mostri degni di H.P Lovecraft come cani zombie, o esseri scarnificati di qualsiasi dimensione, per non parlare dei boss, che sono caratterizzati da un design studiato veramente in maniera professionale per l’epoca in cui è uscito, facendo omaggi alla letteratura e al cinema horror occidentale.

Non a caso infatti il prodotto, pur essendo di fattura nipponica, presenta alcuni riferimenti all’occidente, ad esempio la religione cattolica, che nel gioco ha un ruolo fondamentale per lo svolgimento della trama, così come anche alcune pellicole di culto come L’Aldilà di Lucio Fulci o Shining di Stanley Kubrick, il tutto condito da effetti sonori gracchianti e fastidiosi che immergono ancora di più il giocatore.

Il comparto musicale è curato da Akira Yamaoka, entrato a far parte dello staff dopo che il compositore originale se n’era andato, realizzando temi che ricordano Angelo Badalamenti, i Metallica e i Depeche Mode.

Concludendo, la serie dopo il terzo capitolo ha perso moltissimo e il brand di Silent Hill è ormai finito. Peccato che un gioco così geniale con il passare dell’età sia peggiorato dal punto di vista del racconto, riciclando idee dai primi capitoli (che erano uniti da una continuity) per poi staccarsi definitivamente con il quarto, dando origine a ridondanti e fastidiosi escamotage che dovrebbero spaventare il giocatore ma che lo continuano ad annoiare.

Speriamo un giorno di rivedere un capitolo degno della saga che possa ancora emozionare come fece quasi vent’anni fa.


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