La stregoneria attraverso i secoli (Häxan) è un film Svedese del 1922 diretto dal regista Benjamin Christensen; egli alterna (soprattutto nella ricca introduzione) sequenze di taglio documentaristico – l’iconografia diabolica, i vari tipi di sortilegio, il rapporto tra stregoneria e isteria – ad episodi basati prevalentemente sull’azione drammatica. La storia centrale (e la più nota del film) è ambientata nel XV secolo e inizia da un’accusa di stregoneria lanciata contro una vecchia mendicante. Interrogata e fatta torturare dai frati inquisitori, la donna confessa di aver preso parte al sabba e ne descrive tutti i particolari.
Se pensiamo all’epoca del muto, dobbiamo riconoscere che si è trattato di un momento di grandissima libertà creativa, soprattutto in Europa. L’espressionismo, nato all’inizio del ‘900 come corrente soprattutto della pittura, della letteratura e del teatro, trovò una grande eco anche nel campo del cinema che in quegli anni era appena nato e i cui protagonisti spesso provenivano dal mondo del teatro. Gli artisti appartenenti al movimento dell’espressionismo, che assunse un fisionomia precisa tra il 1910 e il 1924, sostituivano alla descrizione oggettiva della realtà la comunicazione di sentimenti soggettivi, facendo ricorso a modalità stilistiche esasperate, spesso deformate per suscitare nel pubblico intensi effetti emotivi. Queste caratteristiche dello stile erano anche espressione di una ribellione alle certezze e al materialismo della borghesia liberale.
Estremamente innovativo per la sua struttura, Häxan è interessante anche per il tentativo di ri-costruire la storia della stregoneria nel Medio Evo, stabilendo una connessione tra i casi di possessione demoniaca e la malattia mentale. Virato al seppia nelle scene di interni, e al ciano nelle scene notturne in esterni, nell’uso degli intensi e realistici primi piani anticipa La passione di Giovanna D’Arco di Dreyer, ma sicuramente è stato anche fonte di ispirazione per I Diavoli di Ken Russell – vedasi le scene di possessione nel convento, rese anche qui con una sorprendente audacia.
La visionaria scena del sabba, oltre a presentare nudità e costumi di mostruosità goffamente inquietanti che ci richiamano certe “figure” ri-viste in Shining e Lord of Salem, ha sicuramente ispirato De Martino per il suo Anticristo, anticipando di ben 50 anni perfino la scene delle streghe che baciano l’ano del demonio.
Un po’ lento forse per lo spettatore odierno, ma capace di rapire ad ogni inquadratura per la cura dei dettagli, la fotografia e la scelta dei volti dei protagonisti che trasformano tutto in una vera e propria pittura in movimento.
Il finale di La stregoneria attraverso i secoli, dove si paragona il medioevo al mondo moderno degli anni ’20 dove le streghe non esistono più, ma dove le donne continuano a rivolgersi alle cartomanti, è un tema tristemente attuale anche nel 2017… E la frase riferita ai malati di mente rinchiusi negli istituti, poiché figure psicologicamente indefinibili e poco comprensibili chiude il film con una vena di tristezza e crudeltà cinica che ricorda quasi i mondo movie di Jacopetti:
«Non bruciano più i poveri e i vecchi… ma non li lasciamo soffrire ugualmente? E quelli che chiamiamo “insani”, soli ed infelici, non sono ancora un disturbo per noi? Li chiudiamo in moderni istituti mentali, e ci consoliamo con l’idea che le tiepide docce delle cliniche han rimpiazzato i barbari metodi medievali.».
Häxan – La stregoneria attraverso i secoli fu rieditato nel 1941 e nel 1968, nel primo caso con cambiamento di sottotitoli, nel secondo con un accompagnamento musicale jazz e voice-over di William Burroughs.
Salve! Io mi chiamo Antonietta Masina e… già, con un nome così, non potevo che amare il cinema.
Son quindi cresciuta fra scherzi, assonanze e rimandi…ad una delle attrici (e muse) più immense; non potevo non conoscere lei (Ovvio, parlo di Giulietta Masina!) ed i film che ha interpretato; grandi film di uno dei più grandi registi di tutti i tempi.
Alle medie, il mio nome venne rielaborato dai compagni di classe in “Antonomasia” e, mentre le altre bambine giocavano con i principi azzurri, io sognavo… sognavo quei cappelli, quei costumi, quei colori… che mi portavano su altri piani di realtà nonostante Fellini stesso affermasse “Non voglio dimostrare niente, voglio mostrare.”
Ai tempi del liceo poi, si parlava spesso con amici su quale fosse la “Birra per Antonomasia”, “la Canzone per Antonomasia” o “il Film per Antonomasia”… che quasi predestinata, scelsi poi di studiare comunicazione per poter lavorare in questo campo, e far sì che “Antonomasia” in persona potesse rispondere alle loro domande!
Chi scrive è una ragazza, anzi, una “persona” che ama il cinema; Il cinema quello fatto con passione, con serietà, ma non seriosità; il cinema condiviso e discusso con chi lo ama, con chi va al cinema (e andare al cinema è come andare in Chiesa per me, con la differenza che la Chiesa non consente il dibattito, il cinema sì).
Ho una forte predilezione per il cinema fantastico ed horror, il mio fine non è solo quello di condividere i miei pensieri o recensire un film specifico (NON sono un critico, né conosco tutto… anzi, ho molti limiti e carenze che spero di colmare), ma anche discutere sulle motivazioni ed i sottotesti di interi generi.
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