Nell’epoca in cui gli studi di grafica hanno sostituito l’intuizione degli artisti visivi, ed in cui a essere protagonisti dei poster vi sono molto spesso solo le foto dei volti degli attori… a dispetto del facile richiamo per l’industria cinematografica, c’è ancora chi pensa le locandine come opere d’arte (che in alcuni casi rimangono più impresse dei film che promuovono, vedi Paganini Horror o Assassinio al cimitero etrusco).
Tutto questo non poteva che accadere in quel settore che è l’indie (internazionale o meno), dove la sregolatezza ed il genio la fan ancora da padrone. In Italia questa arte era talmente diffusa che spesso, almeno fino agli anni ‘70, le locandine straniere venivano rifatte da zero solo per il nostro mercato (e alcuni generi in particolare, come l’horror e la fantascienza, ne esaltano la pratica); l’unico altro paese che faceva così era il Giappone. Uno dei nomi più rappresentativi di questa arte è l’italianissimo Enzo Sciotti che all’età di 16 anni, con i suoi migliori disegni si recò a Roma per proporsi ad uno studio di grafica per poster cinematografici. Negli anni ottanta è sicuramente tra i più prestigiosi autori in Italia ed Europa del settore. Nella sua carriera ha realizzato circa tremila manifesti per altrettanti film di grande successo, nazionali ed internazionali (fra cui quelli dei film di Fulci, ma anche i poster di Velluto blu, Fandango, La casa). Fa piacere vedere che ancora oggi la favola non è cambiata e giovanissimi artisti visivi (ma non solo) contribuiscono a rendere alcuni prodotti “unici” grazie alla loro “mano”… augurando a loro la stessa fortuna del maestro Sciotti, son andata a fare qualche domanda (in realtà sempre le stesse) per conoscerli meglio e confrontare i loro punti di vista!
Cominciamo dal più giovane che è Andrea Fontanari, di soli 20 anni!
AM – Andrea, come e quando hai iniziato a disegnare?
AF – Credo di non aver memoria della prima volta che mi sono trovato con una matita in mano, mi piacerebbe avere una storia romantica da film in cui metabolizzo e digerisco il mio passato disagiato attraverso l’espressione artistica. Purtroppo ho avuto un’infanzia tremendamente felice, o almeno mi piace ricordarla così. Da sempre ho avuto modo di lavorare e credere profondamente in quello che faccio. Ora tutte le mie energie sono proiettate nella pittura. Lavoro quotidianamente all’interno dell’Ateleir F con il professore Carlo Di Raco, dove attraverso lo scambio con altri pittori ho modo di crescere e rendere utile in modo pratico e diretto la mia pittura. So solo che non ho mai avuto alternativa, da sempre sapevo che avrei potuto fare questo… risolvere problematiche cromatiche e formali è l’unica cosa che mi viene meglio delle altre, e diciamo che la mediocrità non mi è mai piaciuta; sarei stato un mediocre elettricista, spero di diventare un decente pittore.
AM – Quali sono le tue esperienze in questo ambito?
AF – Ho collaborato gratuitamente da ragazzino, scambiando il mio lavoro per bottiglie di vino e fama da quattro soldi, per Bra Editor come illustratore e consulente artistico per diverse attività nel territorio Trentino. Ho avuto la fortuna di confrontarmi con l’illustrazione di poster cinematografici grazie a Domiziano Cristopharo con il quale ho collaborato alla realizzazione di diversi poster. Quello su cui mi sono divertito di più; P.O.E. sul quale ho raffigurato anche una mosca, ho iniziato ad amare le mosche.
AM – Cosa c’è nel tuo futuro?
AF – Ora sto lavorando in maniera ossessiva alla mia ricerca pittorica che in questo caso coincide con la preparazione di una Performance/installazione di commistione tra musica e pittura. Poi mille altre cose, di cui non parlo perché so che cambieranno.
Proseguo con Lorenzo Serrentino che è nato a Milano 22 anni fa, ma ha sempre vissuto in un piccolo paese della provincia (con soli 5000 abitanti) chiamato Rodano.
LS – La mia passione per il disegno esiste sin da quando ho memoria, ricordo ancora quando all’asilo venivo “sgridato” perché disegnavo solo mostri o strane creature. Ho sempre visto i miei lavori come un mezzo per esprimere me stesso, un modo per far diventare “realtà” tutte le strane idee che mi passano per la testa. Mi sono iscritto al liceo artistico di Brera, dove sinceramente mi aspettavo più aiuto e più insegnamenti per migliorare le mie tecniche… posso dire che è al liceo che ho formato il mio stile illustrativo. Le più grandi ispirazioni per i miei lavori sono sicuramente da ricollegare ai film, in particolar modo al genere horror. In più ho sempre amato le locandine anni 70/80 come quelle dei film di Fulci e i vecchi comics.
AM – Cosa hai realizzato fino a oggi?
LS – A livello lavorativo non ho ancora realizzato molto, se non qualche disegno su commissione, da poco ho avuto la fortuna di conoscere Domiziano Cristopharo, regista e produttore, che mi ha commissionato al momento due pellicole. La prima Jack the st. ripper per l’omonimo film di George Nevada e la seconda per il film collettivo Phobia; sono soddisfatto di entrambi e ambedue rispecchiano quello che è il mio stile.
AM – Progetti per il futuro?
LS – L’anno prossimo vorrei frequentare una scuola di illustrazione, soprattutto per imparare bene a realizzare lavori in digitale su cui ormai si punta molto.
Concludiamo con Marco “Sbrillo” Fontanili, il più vecchio dei 3 con i sui 24 anni… classe 1993, nato a Reggio Emilia.
MSF – Ho frequentato per un paio d’anni l’istituto d’arte della mia città ma, scontento del programma, mi sono ritirato al secondo anno e dopo una serie di colloqui mi sono iscritto al corso di “Fumetto” presso la Scuola Internazionale di Comics (sempre a Reggio Emilia). La mia formazione è quella del fumettista, ma sono entrato nel campo dell’illustrazione grazie alla mia passione per il cinema, soprattutto per quello Horror. Mi divertivo a reinventare i poster dei film, finché non sono stato notato da vari registi e case cinematografiche con cui ho iniziato a collaborare.
AM – Cosa hai fatto recentemente?
MSF – A livello di illustrazioni, ultimamente ho realizzato diverse immagini per The Reaping (la Web Serie di D’Antona), gli artworks per Sacrifice (di Poison Rouge), My Little Sister (di Roberto & Maurizio Del Piccolo) e varie altre cose, ma il mio vero amore sono i fumetti. Un paio di anni fa ho realizzato, insieme a uno scrittore inglese, un fumetto Horror/Splatter chiamato Bastard Son: Murderborn. Successivamente però ho iniziato a realizzare storie mie. Di recente è uscito, tramite autoproduzione, il mio primo fumetto da autore completo Nell’Infinito Silenzio. Tutti i lavori che faccio mi danno soddisfazione, ma sicuramente la cosa che preferisco è lavorare su progetti miei. Le mie storie, nonostante siano “fantastiche”, sono una sorta di diario. Racconto di me e di ciò che mi accade.
AM – Invece i progetti futuri?
MSF – Al momento sto realizzando il mio secondo fumetto e un romanzo illustrato. In più porto avanti vari lavori su commissione (sia fumetti che illustrazioni).
Salve! Io mi chiamo Antonietta Masina e… già, con un nome così, non potevo che amare il cinema.
Son quindi cresciuta fra scherzi, assonanze e rimandi…ad una delle attrici (e muse) più immense; non potevo non conoscere lei (Ovvio, parlo di Giulietta Masina!) ed i film che ha interpretato; grandi film di uno dei più grandi registi di tutti i tempi.
Alle medie, il mio nome venne rielaborato dai compagni di classe in “Antonomasia” e, mentre le altre bambine giocavano con i principi azzurri, io sognavo… sognavo quei cappelli, quei costumi, quei colori… che mi portavano su altri piani di realtà nonostante Fellini stesso affermasse “Non voglio dimostrare niente, voglio mostrare.”
Ai tempi del liceo poi, si parlava spesso con amici su quale fosse la “Birra per Antonomasia”, “la Canzone per Antonomasia” o “il Film per Antonomasia”… che quasi predestinata, scelsi poi di studiare comunicazione per poter lavorare in questo campo, e far sì che “Antonomasia” in persona potesse rispondere alle loro domande!
Chi scrive è una ragazza, anzi, una “persona” che ama il cinema; Il cinema quello fatto con passione, con serietà, ma non seriosità; il cinema condiviso e discusso con chi lo ama, con chi va al cinema (e andare al cinema è come andare in Chiesa per me, con la differenza che la Chiesa non consente il dibattito, il cinema sì).
Ho una forte predilezione per il cinema fantastico ed horror, il mio fine non è solo quello di condividere i miei pensieri o recensire un film specifico (NON sono un critico, né conosco tutto… anzi, ho molti limiti e carenze che spero di colmare), ma anche discutere sulle motivazioni ed i sottotesti di interi generi.
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