La febbre mi perseguita e sembra volermi tirare fuori le ossa dal corpo. Non riesco a dormire, non riesco a far niente. È il momento di gratificarsi in qualche modo e in questo momento in cui tutto è fatica, non c’è niente di più gratificante del cinema. Navigo tra desideri cinematografici repressi e finalmente trovo l’ispirazione: Midnight Special di Jeff Nichols, che mi ha già affascinato in passato con Take Shelter e Mud.
Tutto il cinema di Jeff Nichols tratta del ponte pericolante che lega la paura e il coraggio.
Midnight Special in particolare è un minestrone di temi forti, tutti legati al rapporto genitori – figli. Dentro c’è davvero di tutto, dal desiderio di fuga, alla ricerca di un senso di appartenenza, dall’irresistibile attrazione per mondi diversi all’incredibile, a ben pensarci, responsabilità di allevare un figlio.
Nichols ha un’incredibile talento per i tempi. Ogni passo del film ha il suo ritmo personale, misurato tanto precisamente quanto può essere misurata la luce. Gli attori sono semplicemente incastonati nella storia, che è un mondo a parte, non è una costruzione artificiale. Passo mezz’ora a cercare di capire dove ho già visto la madre del bambino.
Sarà la febbre? Quando vinco la pigrizia e cerco la scheda su Imdb, resto a bocca aperta. Kirsten Dunst, trasformata, di un’intensità imbarazzante. Il finale si fa attendere già dalle prime scene del film e spiazza, commuove, sorprende nella sua incredibile, fantascientifica semplicità. Un grande film, per un autore che mi ha riportato alle sensazioni dei primi film di M. Night Shyamalan.
Il cinema ci allena a guardare il mondo con distacco, eppur col massimo coinvolgimento. A immaginare, potendo pur tornare alla realtà. A giocare col fuoco, bruciandoci quel tanto che basta a farci sentire vivi. Sono un formatore in competenze relazionali, appassionato di racconti e di sviluppo personale.
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