“Ti ricordi, quando eravamo diversi”.
Mi guardo intorno. Sembra che siano passati solo pochi giorni dall’ultima volta. Invece sono anni e se la memoria di Tarp non fosse molto migliore della mia chissà dove sarei andato a cercarlo.
Il Borderline è chiuso in fondo a un vicolo nel centro di Pisa, luci colorate di un miraggio notturno.
Questa serata sarà un po’ così, un continuo ondeggiare tra ricordi del passato e suggestioni sul futuro.
“Quanti ricordi, dentro di noi
sopravvissuti a mille segreti”.
“Eredi” è il disco della svolta per i RHumornero e per un gruppo hard rock non ci può essere nessuna migliore presentazione di quella di un concerto live. E’ un disco che insieme ai pezzi nuovi contiene tutte le loro hit, quelle che il pubblico di Virgin Radio ha imparato a conoscere e riconoscere per il mix originale e coerente di testi quasi distopici e una ritmica hard rock di spessore.
Ogni club ha un’anima tutta sua e quella del Borderline è riflessa nelle facce del suo pubblico. Rockers di ogni età, di quelli che magari non pogheranno mai come degli universitari in libera uscita, ma che sono lì per non perdersi una nota, una sfumatura, un cambio di ritmo. L’entusiasmo glielo leggi prima di tutto nella varietà dei riflessi dei loro occhi, prima ancora che nei movimenti dei loro corpi rivestiti con omaggi e tributi a Rammstein, AC/DC, Ramones…
“I vostri silenziosi eredi…”
È un pubblico per i RHumornero, che sono riusciti a mantenere tutte le loro peculiarità anche nei pezzi natalizi per le compilation di Virgin Radio.
Parte “Quando avevo paranoia”, primo pezzo tra i nuovi, e tutti hanno immediatamente le conferme che vanno cercando: parole taglienti, nessuna concessione a temi facili o già sentiti altrove. Ritmi spinti. Rispetto ai pezzi registrati, la batteria di Luca Guidi impressiona. I pezzi del nuovo album si incastrano alla perfezione con quelli che conosco già. Come ci ha detto Carlo De Toni, che le compone, sono in fondo una colonna sonora di vita vera: non ci può essere niente di più compatto, unito, coeso, profondamente connesso.
“Vivo la necessità di dare
un senso che non sia visibile”
Dal vivo ancora di più, le canzoni dei RHumornero seguono rotte tracciate sulla mappa dei sensi. Visioni, silenzi, suoni che si possono quasi toccare, il profumo del passato e il fetore di un certo presente, con gli occhi rivolti alla speranza. Una chiave crittografica per interpretare il presente.
Si chiude con una ballata, dice Carlo prima di lanciare “Il cimitero dei semplici”, in assoluto uno dei miei pezzi preferiti, struggente e ricco di evocazioni.
Poi il palco del Borderline fa spazio.
I RHumornero si cercheranno il loro in un’altra decina di date. E la speranza è che passato e presente li portino, in un futuro vicinissimo, su un palco di quelli che fanno aprire occhi e orecchie a tutti.
Il cinema ci allena a guardare il mondo con distacco, eppur col massimo coinvolgimento. A immaginare, potendo pur tornare alla realtà. A giocare col fuoco, bruciandoci quel tanto che basta a farci sentire vivi. Sono un formatore in competenze relazionali, appassionato di racconti e di sviluppo personale.
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