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[RECENSIONE] Mi Gran Noche (Álex de la Iglesia)

Nonostante Mi Gran Noche sia stato presentato a Venezia nel 2015 con buona risposta della critica, ci troviamo a parlare di un altro film di Alex de la Iglesia completamente invisibile in Italia.

Lo recupero per caso su Netflix una sera che sono stranamente a casa da solo. Cerco invano l’audio italiano: non c’è. C’è l’audio originale e i sottotitoli, una combinazione che normalmente mi fa più che piacere, ma che nel caso specifico diventerà estremamente impegnativo.

Il film è un bordello di personaggi logorroici ed egocentrici che cambiano continuamente contesto, situazione e strategia per emergere nel mondo della TV nazionale, fracassona e sempre più in crisi. Mentre fuori dagli studios la polizia carica qualche centinaio di lavoratori del settore, licenziati di fresco, dentro il capannone si sta girando la tradizionale festa di Capodanno, tra tette e bravi presentatori, figuranti ambiziosi e cinici personaggi che hanno fatto delle comparsate un vero e proprio stile di vita. Peccato che sia appena ottobre, ma tant’è.

De la Iglesia esagera con il grottesco e la farsa, accelera sui difetti di un mondo intero, ma il risultato rimane pimpante, fresco e sempre attaccatissimo alla nostra realtà dove ormai tutto è mescolato, dai confetti all’horror.

Rimango ancora una volta colpito dagli attori dei suoi film. Mai uno fuori luogo in ruoli assurdi e al limite.

Arrivo alla fine del film con un mal di testa non indifferente, frutto dell’incapacità di seguire i dialoghi velocissimi (e brillanti e divertenti) in spagnolo e i sottotitoli in italiano.
Fatica ben ripagata, di quella che ti tiene sveglio, mantiene i tuoi occhi aperti su tutto quello che ti gira intorno. Non solo su quello che passa in TV, che ormai, devo dire, conservo solo come ricordo.

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